La paralisi del sonno si verifica in fase di addormentamento o risveglio, in un periodo di tempo nel quale la muscolatura volontaria è inibita, anche se è preservata la capacità di compiere in modo volontario movimenti oculari1.
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Cosa sono le paralisi del sonno?
Le paralisi del sonno sono una parasonnia che caratterizza la fase REM del sonno, ovvero viene esperita in uno stato di semi-veglia. Nel concreto, la persona è vigile e cosciente, ma avverte uno stato di totale atonia muscolare. Quindi, ogni tentativo di muovere i muscoli del corpo e quindi anche di parlare o chiedere aiuto risulta vano. Inoltre, può esservi un certo controllo sulla respirazione, anche se è frequente la sensazione di soffocamento. Tali episodi sono solitamente di breve durata, da pochi secondi a 20 minuti.
Lo scarso interesse scientifico e la peculiarità dell’esperienza stessa ha fatto sì che nel corso degli anni siano state attribuite alle paralisi del sonno spiegazioni soprannaturali, chiamando in causa il demonio, gli spiriti, le streghe e l’essere impossessati dagli alieni3.

A differenza di quanto si possa pensare, è un fenomeno relativamente comune. Infatti, almeno il 10% della popolazione generale e il 30% della popolazione con difficoltà di natura psicologica ha esperito almeno un episodio di paralisi del sonno nell’arco della vita.2
Vissuti psicologici
Le paralisi del sonno possono essere isolate o ricorrenti e spesso associate a vivide allucinazioni dal contenuto spesso terrifico, simile agli incubi notturni. Nonostante di per sè non siano pericolose, non c’è da sorprendersi se sono frequentemente associate a stati d’ansia o intensa paura legati al sonno. Ad esempio, si può notare la presenza di:
- Pensieri catastrofici sulle possibili conseguenze delle paralisi (es. “Sto impazzendo” o “Resterò bloccato per sempre”).
- Comportamenti di evitamento (es. ritardare quanto più possibile l’addormentamento, esitando talvolta in insonnia).
- Altre sequele negative (es. sonnolenza diurna, imbarazzo)4.
Quali sono i metodi maggiormente utilizzati dalle persone per prevenire gli episodi di paralisi del sonno?
Proprio a causa del distress psicologico concomitante, spesso le persone mettono in atto dei comportamenti per prevenire l’insorgenza di paralisi del sonno. Tra questi, i più comuni sono:
- Cambiare posizione in cui ci si addormenta.
- Modificare i pattern di addormentamento.
- Evitare stimoli stressogeni prima di dormire.
- Utilizzare tecniche di rilassamento.




Quale trattamento per risolvere le paralisi del sonno?
Nonostante sia un fenomeno abbastanza diffuso, pochi sono gli approcci farmacoterapici e psicoterapici che hanno dimostrato la loro efficacia. Il trattamento cognitivo-comportamentale per le paralisi del sonno5 si basa su 3 fasi:
- Preparazione: monitoraggio della frequenza, intensità e durata degli episodi di paralisi del sonno, comprensione del loro funzionamento, gestione dei pensieri e delle emozioni associate.
- Prevenzione: condivisione e applicazione dei principi di igiene del sonno, respirazione diaframmatica, rilassamento muscolare progressivo, mindfulness.
- Gestione degli episodi stessi: applicazione delle tecniche di rilassamento, cognitive e comportamentali apprese, modificazione del focus attentivo durante il verificarsi di un episodio di paralisi del sonno.
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Bibliografia
1. American Academy of Sleep Medicine. (2005). International classification of sleep disorders: Diagnostic & coding manual (2nd ed.). Darien, IL: American Academy of Sleep Medicine.
2.Sharpless, B. A. & Barber, J. P. (2011). Lifetime prevalence rates of sleep paralysis: A systematic review. Sleep. Medicine Reviews, 15(5), 311–315. doi:10.1016/j.smrv.2011.01.007.
3. Clancy, S. A. (2007). Abducted: How people come to believe they were kidnapped by aliens. Cambridge, MA: First Harvard University Press.
4. Brian Andrew Sharpless & Jessica Lynn Grom. (2016). Isolated Sleep Paralysis: Fear, Prevention, and Disruption, Behavioral Sleep Medicine, 14:2, 134-139. DOI: 10.1080/15402002.2014.963583
5. Sharpless, B. A. & Doghramji, K. (2015). Sleep Paralysis: Historical, Psychological, and Medical Perspectives. New York, NY: Oxford University Press. doi: 10.1093/med/9780199313808.001.0001
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