L’ipocondria è una consistente angoscia relativa al proprio stato di salute e, nello specifico, alla possibilità di contrarre una grave patologia. Inoltre, in 3 persone su 4, vi sono sintomi somatici associati, come tremori, paralisi di alcune parti del corpo ecc…
A partire dal 2014 tuttavia, il termine ipocondria è stato sostituito con due categorie diagnostiche: disturbo da sintomi somatici e disturbo da ansia di malattia. Il primo laddove vi siano rilevanti sintomi somatici correlati. Per una maggior immediatezza nella comprensione, in questo articolo si continuerà ad utilizzare il termine ipocondria.
E’ importante sottolineare come non si parli di ipocondria esclusivamente in assenza di una spiegazione medica esaustiva. In altre parole, se non c’è una spiegazione medica soddisfacente non è automatico che la difficoltà presentata sia attribuibile all’ipocondria. Attraverso questo articolo si vedrà quali sono i sintomi e la cura dell’ipocondria.

Indice dei contenuti
Quante persone soffrono di ipocondria?
L’ipocondria è una difficoltà abbastanza comune e in continua crescita nelle ultime decadi. Colpisce infatti dal 2% al 13% della popolazione generale1, senza differenze legate al genere. Frequentemente si presenta in persone che hanno già delle condizioni mediche presenti, causando maggiore compromissione della qualità di vita rispetto alla sola condizione organica o rispetto a quanto ci si aspetterebbe dal quadro patologico. Solitamente l’esordio avviene nella prima età adulta.
Pregiudizi comuni sull’ipocondria
Sono molti i pregiudizi nell’immaginario comune circa la persona con ipocondria e che sono non solo errate, ma anche stigmatizzanti. Spesso infatti la persona viene tacciata di essere un “malato immaginario”. Infatti, sono molti i falsi miti che aleggiano: l’ipotesi che la persona con ipocondria utilizzi i sintomi fisici per chiedere attenzioni, che sia bugiarda, che simuli un dolore che in realtà non esiste per raggiungere qualche scopo. Niente di più falso. L’ipocondria è ciò che è: un’elevata ansia per la salute. Lasciamo da parte interpretazioni che rischiano di diventare svilenti per chi vive questa difficoltà. Vediamo quindi quali sono i sintomi e la cura dell’ipocondria.
Sintomi più frequenti dell’ipocondria
La persona con ipocondria riporta pensieri, emozioni e comportamenti associati a determinati sintomi somatici o intense preoccupazioni comunque inerenti lo stato di salute. I sintomi somatici possono essere uno solo o più di uno e sono reali, talvolta dolorosi causando quindi una concreta sofferenza in chi li sperimenta. I pensieri associati alla sintomatologia somatica portano a stimare tali manifestazioni come estremamente gravi, esperendo quindi costante ansia.
Inoltre, le preoccupazioni e l’ansia tipiche dell’ipocondria, occupano un’ingente investimento di tempo ed energie. Pensiamo solo alle continue ricerche di rassicurazioni richieste da parte dei propri cari o alle visite mediche specialistiche (o evitamento delle stesse). Tutti questi comportamenti sono messi in atto nel tentativo di prevenire ciò che si teme: la grave patologia. Purtroppo tuttavia, se nel breve termine determinano un maggiore sollievo percepito, nel medio e lungo termine non fanno altro che perpetuare l’ansia stessa.




I costi dell’ipocondria: qual’è il peso di questa psicopatologia?
In generale, i costi di ciascuna difficoltà variano da persona a persona. Tuttavia, vi sono due macro-categorie di costi assai frequenti.
In primis, vi sono frequenti e sempre crescenti tensioni familiari e conflitti con i propri cari, il/la partner o con le persone più vicine. Spesso la persona non si sente capita, compresa o percepisce il giudizio per i continui tentativi di avere delle risposte certe sulle proprie condizioni di salute. Ciò può portare ad un vero e proprio logorio delle relazioni interpersonali più intime.
In secondo luogo, vi sono gli investimenti di tempo e denaro nelle visite mediche, approfondimenti, esami strumentali o strumenti casalinghi per monitorare alcuni parametri (es. cardiofrequenzimetro, pressione). Tutto ciò, in base alla gravità della sintomatologia presentata, allontana sempre più la persona dalla vita che vorrebbe avere o costruire.
Infine, spesso la persona che ne soffre è la prima a essere oggetto di aspre critiche verso se stessa. Vi è quindi la tendenza all’isolamento sociale e alla depressione.




Curare l’ipocondria
Il protocollo cognitivo-comportamentale ha dimostrato la sua efficacia clinica nella cura dell’ipocondria. I miglioramenti riscontrati fanno riferimento alla riduzione dei sintomi, sia relativa all’ansia che alla componente somatica, con concomitante miglior andamento nella qualità di vita. I risultati di efficacia tendono a mantenersi anche dopo 10 anni2.
La prima fase di valutazione prevede all’incirca 3 o 4 incontri al fine di comprendere come si struttura la difficoltà all’interno della cornice di vita della persona. Successivamente, un incontro viene dedicato alla condivisione di tale funzionamento con la persona. Infine, si agisce su tutti quei meccanismi individuati che concorrono a mantenere viva la problematica, non permettendone la risoluzione.
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Bibliografia
2Froystad, K., Siversten, B., Skogen, J. Et al. (2020). Long term effect of cognitive-behavioural Therapy in patients with hypochondriacal disorder. BJPsycOpen, 6(3).
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